In Val di Non, in provincia di Trento, si combattono le gelate primaverili con un metodo molto particolare: la difesa antibrina sottochioma, specialmente per meleti e ciliegi.
Consiste nel bagnare, con micro-irrigazione con impianti a spruzzo sottochioma, solo l’interfilare inerbito e non la chioma degli alberi. Il calore ceduto dall’acqua nella fase di passaggio da liquido a solido contrasta la perdita di calore per irraggiamento dal terreno. Il manto erboso costituisce il supporto su cui ghiaccia l’acqua di irrigazione: più alta è l’erba e maggiore è la superficie di scambio del calore prodotto. Il miglior rendimento si registra in prossimità del suolo e decresce con la quota, fino ad annullarsi a circa 3,5 – 4 m di altezza. Sono da preferire i microirrigatori dinamici e non quelli statici. Richiede pluviometrie inferiori all’irrigazione soprachioma, in generale sono sufficienti circa 2-2,5 mm/ora.
Questo sistema presenta una discreta efficacia in caso di gelate per irraggiamento, contrastando l’abbassamento termico di circa 2°C; è comunque meno efficace rispetto all’aspersione classica. (Fonte: IASM Notizie, Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario di S. Michele all’Adige, marzo 2017)
La foto pubblicata arriva da alcuni coltivatori della zona cui abbiamo spedito il nostro humus di lombrico nelle scorse settimane.